ipnosi_e_dolore

Questa volta vorrei parlare della grande opportunità che l’ipnosi concede nei confronti del dolore, dal semplice mal di testa occasionale alla più costante e cronica sofferenza fisica. La capacità di questa metodica di affrontare il dolore fisico è veramente incredibile, basta dare una rapida occhiata alla letteratura al riguardo per rendersi conto di quanto sia ampio il suo range d’azione.

È bene sempre ricordare, a scanso di equivoci e false speranze, che l’ipnosi non è una panacea, di conseguenza qualunque sua applicazione può sicuramente aiutare la persona a migliorare la propria sofferenza, anche fino alla totale scomparsa del dolore, ma questo è sempre legato ha molte variabili che possono modificare i risultati di ogni intervento: ognuno è responsabile della propria salute psicofisica.

Dopo queste dovute premesse, voglio sottoporre alla vostra attenzione il caso di una donna di 35 anni affetta da parecchio tempo da un dolore, ormai cronico, alla spalla sinistra che le complica drasticamente la capacità di svolgere le più comuni azioni come il vestirsi, il lavarsi e tutte le mansioni inerenti la gestione della casa e dei figli. L’origine del dolore viene fatta risalire a circa 6 anni prima quando, rientrando a casa dal lavoro, aveva avuto un incidente col motorino che, per fortuna, non le aveva provocato gravi danni se non una lussazione molto dolorosa della spalla sinistra. Al pronto soccorso, dopo averle sistemato la lussazione ed averle dato un antidolorifico, le prescrissero una cura di antinfiammatori per una decina di giorni, al termine della quale la spalla sembrava tornata normale; ma col passare del tempo cominciò a rendersi conto di non riuscire a muoverla completamente a causa di un localizzato dolore quando l’ampiezza del movimento era accentuata. Il medico di famiglia le prescrisse un’ulteriore cura antinfiammatoria che però soppresse il dolore soltanto per un breve periodo, infatti al termine questo si ripresentò puntualmente ma in maniera molto più accentuata.

Questo andirivieni proseguì per più di un anno senza che il dolore trovasse il benché minimo sollievo, anzi peggiorando ogni volta di più fino a ridurre il movimento del braccio drasticamente. Negli anni successivi fu un alternarsi di cure mediche, comprese delle dolorosissime iniezioni profonde a livello della capsula articolare che però non migliorarono affatto la sua situazione; vari esami radiografici non mostrarono problemi particolari o calcificazioni di sorta e le fu diagnosticata una infiammazione cronica del legamento scapolo-omerale la cui unica cura era l’uso di antidolorifici ed antinfiammatori che però, a lungo andare, cominciarono a causarle problemi a livello gastrico.

Arrivò da me consigliata da una sua amica, che era stata mia paziente qualche tempo prima, e mi espresse quanto fosse ormai disillusa sulla possibilità di riacquistare la propria individualità, si sentiva menomata, defraudata della sua individualità, ma senza una causa valida perché non riusciva a capacitarsi del fatto che una banale caduta col motorino l’avesse portata fino a questo punto.

Senza ulteriore indugio, le proposi di cominciare subito a lavorare sul suo dolore con l’ipnosi e, dopo averle spiegato brevemente in cosa consiste, valutammo oggettivamente a quanto ammontasse la riduzione del movimento dell’articolazione braccio-spalla sinistra: l’ampiezza del movimento era di soli 35-40 gradi e, considerando che l’ampiezza normale si aggira sui 180, era una perdita di quasi l’80%. Senza indugio l’ho fatta subito lavorare sul dolore fisico, il senso di disagio che questo le provocava nonché il vissuto di impotenza dovuto all’incapacità di liberarsene: è stato un lavoro intenso, che ha occupato la maggior parte delle due ore di seduta, soltanto verso la fine ho voluto sondare la presenza del ricordo traumatico dell’evento stesso, rendendomi conto di quanto fosse ancora presente e vivo nella sua memoria.

La seconda seduta fu incentrata sullo scioglimento dei vissuti fisico-emozionali legati a quell’evento, soprattutto alle sensazioni fisiche che provava attualmente nel ricordarlo; non bisogna dimenticare che qualunque esperienza viviamo, in particolar modo se negativa, proietta nel nostro presente le sue ombre più o meno intensamente, alterando le nostre percezioni e vissuti attuali in funzione dell’energia in essa contenuta, infatti non ha alcuna importanza quando l’esperienza è stata vissuta, la mente inconscia ne tiene traccia atemporalmente e, di conseguenza, essa è sempre viva ed attuale nel vissuto psicosomatico della persona. Immaginate come una potente luce che, dietro di voi, illumina cose e persone che si muovono in quello spazio che è il vostro passato e voi ne vedete le ombre ingigantite ed indistinte agitarsi minacciose davanti ai vostri occhi.

Quando un ricordo si muove nella nostra mente il corpo reagisce di conseguenza con blocchi e tensioni, a volte impercettibili, ma che condizionano il flusso di energia al suo interno; portare l’attenzione su queste sensazioni fisiche e lavorare sul loro scioglimento, col conseguente sblocco energetico, è il compito dell’ipnosi e spesso ciò è risolutivo come è stato il caso di questa paziente: al termine dell’incontro aveva riacquistato quasi il 50% del movimento dell’articolazione riuscendo di nuovo a compiere azioni che non faceva più da tempo. Nei giorni seguenti i movimenti sono diventati sempre più ampi e fluidi fino alla completa riabilitazione, inoltre il dolore è scemato via via che riacquisiva la funzionalità fino a scomparire del tutto nel giro di due settimane.